Monte Cimo/Salto del Faraone - Via Balla sui Buchi

 
Zona montuosa Prealpi Trentine - Valle dell'Adige Località di partenza Località Tessari - Brentino (VR)
Quota partenza 110 Mt. circa Quota di arrivo 370 Mt. circa (termine via)
Dislivello totale +130 Mt. circa per l'attacco
+130 Mt. la via (170 lo sviluppo)
Sentieri utilizzati n. 71
Ore di salita 25' per l'attacco
2 h. 30' la via
Ore di discesa 30'
Esposizione Est Giudizio sull'ascensione Discreta
Data di uscita

26/12/2018

Difficoltà 6a/5c, A0
Sass Balòss presenti
Luca, Bertoldo.
Condizioni climatiche, dei sentieri e della roccia

Giornata inizialmente fredda e coperta di nebbie. Verso metà mattina il cielo si è aperto e le temperature sono diventate gradevoli al punto da arrampicare in felpa. I sentieri che si percorrono sono evidenti. La roccia è ottima lungo tutto il percorso, in alcuni punti leggermente sporca di terra e foglie.

Eventuali pericoli

Soliti da arrampicata.

Presenza di acqua
No.
Punti di appoggio
Nessuno.
Materiale necessario oltre al tradizionale

Normale materiale per arrampicata su roccia. La via è ben protetta a fix; qualche friend potrebbe risultare utile per integrare le protezioni presenti.

Caratteristiche dell'arrampicata

Descrizione generale
Itinerario d'arrampicata aperto nel maggio del 2017 da Mario Brighente e Denis Beltrame che supera la struttura denominata "Salto del Faraone", una fascia rocciosa caratterizzata da un lungo tetto già ben visibile dal parcheggio a Tessari. La via corre sulla sinistra dello strapiombo e presenta difficoltà massime di 6a. La seconda e terza lunghezza, seppur molto brevi, sono veramente belle. Il resto della via invece è abbastanza discontinuo; le ultime due lunghezze, seppure facili, presentano una roccia molto bella e completamente ripulita da detriti. La via è ottimamente attrezzata a fix ed è l'ideale
per iniziare a prendere confidenza con le vie multipitch.
Attacco, descrizione della via
Da Affi seguire le indicazioni per Brentino e successivamente per Tessari. Svoltare a sinistra e oltrepassare il ponte sull'autostrada e il successivo sul torrente Biffis. Svoltare a destra e parcheggiare dopo alcuni metri (pochi posti auto+fontanella dell'acqua) in corrispondenza delle abitazioni.
Camminare lungo la strada stretta (direzione nord) e dopo aver lasciato l'abitato alle spalle proseguire, sempre verso Nord, lungo una stradina sterrata sino ad un vigneto.
Costeggiarlo sulla destra e al suo termine imboccare una strada sterrata verso sinistra che sale, tra i vigneti, in direzione delle pareti. Terminati i vigneti piegare a destra e proseguire sino ad entrare in un bosco di lecci. Il sentiero è evidente; ad un certo punto è possibile vedere bene il tetto che caratterizza la struttura "Il Salto del Faraone". Poco dopo, sulla sinistra, una piccola traccia porta all'attacco della via (scritta rossa "BSB"). Continuando sul sentiero si raggiungere una seconda deviazione che conduce all'attacco della via Onda lunga.

1° tiro:
alzarsi in verticale e puntare all'albero; passare alla sua destra e, dopo essersi alzati per un paio di metri, traversare facilmente verso sinistra su evidente cornice. Poi salire un po' in obliquo verso sinistra ed infine traversare a sinistra raggiungendo la sosta (2 fix di cui 1 con anello+cordino). 35 Mt., 5b, 6a oppure A0, 2c, 3c, 7 fix, 1 clessidra con cordone.

2° tiro:
alzarsi in verticale lungo il diedrino e spostarsi a sinistra. Aggirare lo spigolo e proseguire per pochi metri in verticale; traversare ora verso destra sulla placca sino a raggiungere la sosta (2 fix di cui 1 con anello+cordino) alla base di un diedro.
15 Mt., 6a oppure A0, 5c, 6 fix, 1 clessidra con cordone.

3° tiro:
salire il diedro e al suo termine uscire a sinistra. Proseguire per facili rocce sino a raggiungere una comoda terrazza ove si sosta (2 fix di cui 1 con anello+cordino). 20 Mt., 6a oppure A0, 4a, 6 fix, 1 clessidra con cordone.

4° tiro:
traversare verso destra in leggera ascesa. Oltrepassato un vago spigolo arrotondato proseguire in verticale raggiungendo una zona alberata. Continuare a salire e, raggiunta la parete, camminare verso destra fino alla sosta (cordone su masso appoggiato). Allungare bene le protezioni; eventualmente è possibile dividere la lunghezza sostando sull'albero con cordone.
45 Mt., 2c, 3c, 4c, 3 fix, 1 clessidra con cordone, 1 pianta con cordone.

5° tiro:
salire la facile placca in verticale. Verso la fine tendere leggermente a sinistra raggiungendo la sosta (2 fix di cui 1 con anello).
30 Mt., 3c, passi di 4a, 5 fix, 1 clessidra con cordone, 1 pianta con cordone.

6° tiro:
proseguire lungo la bella placca tendendo leggermente verso sinistra identificando i punti più deboli. Riportarsi poi verso destra sino alla sosta (1 fix con anello). 25 Mt., 4a, 3b, 3 clessidre con cordone.
Discesa
Dal termine della via alzarsi lungo un'evidente traccia e una piccola paretina (bolli rossi, passo di II) sino a raggiungere il
sentiero CAI n. 71. Seguirlo verso sinistra (Sud) tornando alla frazione di Tessari.

Commenti vari
Come tutte le altre vie della valle è consigliata la salita nelle mezze stagioni o nelle belle giornate invernali. Da evitare il periodo estivo.
Note

Dal libro "Arrampicare in Val d'Adige" di Sergio Coltri e Giuliana Steccanella.
"Da tempo quel sentiero basso che dai Tessari accompagna sotto la Parete Rigata e poi più in su alla Grattuggia mi incuriosiva per il suo marcato incedere, ben formato e dolce nel salire. Non restava che continuare il passo per soddisfare quella continua ricerca di avventura che è dentro di me. Un canale ghiaioso piuttosto evidente separa la struttura della Grattugia dalla formazione di roccia successiva ed ecco apparire una lunga sequenza di strapiombi dai colori più vivaci, molto affascinati ma di sicuro impegno alpinistico. Restava da osservare questa possente struttura e sperare di far nascere un itinerario con difficoltà “classiche”, uno di quei percorsi che a me sono più congeniali, ed ecco che un attento sguardo della parete mi consiglia una linea che almeno dal basso appare molto accattivante.
Sono da solo sotto la parete, una serie di invitanti canne mi indicano la linea di salita su roccia piuttosto lavorata, sino a una debole cengia che necessariamente devo seguire con difficoltà contenute, questo mi può permettere di evitare gli strapiombi superiori decisamente molto affascinanti dal basso. Una ottima e comoda sosta mi accoglie alla fine del primo tiro, ora la parete si impenna, ma una generosa presenza di appigli e buchi permette il superamento del primo strapiombino al quale segue una placca a buchi generati dal ticchettio della pioggia. Da questo punto la lettura della parete è abbastanza chiara e decido di tornare indietro, questo mi concede di “pulire” la prima parte del percorso e di controllare le protezioni appena messe.
Il mese di maggio comincia a far sentire il suo tepore ed ecco che la corda mi vede legato a Denis, un giovane ed entusiasta compagno di cordata. Velocemente arriviamo al punto più alto, dove un diedro verticale ci accompagna ad una cengia. Da questo punto una serie di spostamenti prima in traverso e poi verticali, già letti con sufficiente precisione dal basso, in una giornata di rande intensità emotiva, ci consentono un ballo continuo tra roccia e buchi, che ci accompagna alla conclusione del percorso. Ora con un pizzico di intuito e un poco di lavoro tra il bosco riusciamo a raggiungere il sentiero superiore e da questo, entrambi soddisfatti della giornata, il parcheggio.
Ogni nuova via che nasce porta dentro di sé una propria storia e soprattutto una propria identità fatta di passi in arrampicata, che la identificano e che incontreranno il favore o meno di eventuali ripetitori. Ma ritengo con convinzione che, al di là di tutto, durante queste giornate il gioco su roccia non possa essere l’unico a contare: quel sentiero sinuoso e piacevole che ci accompagna all’attacco e quei bellissimi momenti di discesa quando gli attimi vissuti in parete vengono commentati sono parte integrante della giornata. Non solo ballare sui buchi… ma pure camminare sui sassi"
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Mario Brighente.

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(La chiodatura ed i gradi indicati sulla nostra relazione differiscono dal disegno)
(Disegno a cura del gruppo Rocciatori della Valdalpone - tratto dalla guida V per Valdadige)
   

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Matteo sul traverso che porta alla prima sosta

Seconda lunghezza
   
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Il bel diedrino all'inizio di L3 Traverso ascendete del quarto tiro
   
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Placca finale molto lavorata Luca e Matteo a fine via
 
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Dettaglio della parete con i tracciati della vie: Balla sui buchi e Onda lunga